Lettera alla mia migliore amica

Bana-sama

Posted on 11/6/2006, 19:25

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bambolina killer

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Carissima Fra,
ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrate? Non sono passati neanche 5 anni, eppure è come se tu fossi stata al mio fianco da quando sono al mondo. A 14 anni mi sentivo un anatroccolo timido e impacciato, mentre tu, pur essendo mia coetanea, sembravi già una donna, bellissima e di classe. Diversissime, eppure unite fin dal primo istante. Ti ricordi la volta in cui, ai giardini pubblici, quella zingara ci prese per madre e figlia? Ancora mi viene da ridere se ci penso! Noi due, le ragazze del primo banco, con la nostra finta aria da secchione, con la nostra capacità di ridere in ogni situazione, con le nostre lacrime silenziose che, da brave attrici, abbiamo imparato a trattenere per orgoglio, per poi sfogarci in bagno l’una con l’altra, per quella prof isterica, per quell’amore sbagliato, perché in ogni caso crescere fa sempre troppo male... Ti ricordi quanto ti fece soffrire quel bastardo? L’ho odiato per te con tutte le mie forze, l’ho affrontato a muso duro, per poco non l’ho picchiato… gli è andata bene, brutto stronzo! Mi ricordo come ti misi un po’ da parte quando mi fidanzai con Loris, tu lo sapevi che quel rapporto non sarebbe andato lontano… Mi avvicinai pure a quella ragazzina viziata e approfittatrice credendo di trovare in lei un’amica sincera come te. Che stupida che sono stata! Ma tu hai compreso e la nostra amicizia ha superato tutto. Mi sei stata vicina anche quando mi sono lanciata precipitosamente in questa mia fantastica e folle storia con Dario, pronta a sostenermi se le cose fossero andate male (per fortuna non c’è stato bisogno!). Quante ne abbiamo passate, quante ne abbiamo combinate insieme! Ti ricordi il nostro primo filone a scuola? E la prima volta che ci siamo ubriacate, a Sanremo? E la nostra prima sigaretta, a Rimini? Che pazzerelle! Lo so che in questi anni sembra che io sia cambiata tanto, perché a volte ho quell’atteggiamento di “tagliente ironia”, come lo definisci tu, che mi è valso la fama di streghetta. Ma tu mi conosci più di tutti, anche più di Dario e della mia famiglia, e lo sai che nonostante le apparenze da dura, con il cd di metal nelle orecchie e la battuta sarcastica sempre pronta, sotto sotto si nasconde ancora dentro di me quell’anatroccolo insicuro e i miei atteggiamenti quasi aggressivi mi servono per tenerlo a bada. In questo periodo, poi, sai bene quanto sono nervosa e stressata a causa di questo maledetto esame… Non so se questo mi possa giustificare in qualche modo, ma so con certezza che non sei né egocentrica né presuntuosa e che non l’ho mai pensato seriamente nemmeno per un istante. Ti chiedo solo un grande favore: perdona queste cose cattive che ti ho detto in un momento di rabbia, cancellale e dimenticale perché non valgono nulla. Dopo tutto questo tempo la nostra amicizia non può che continuare, sempre più profonda, sempre più sincera, sia nel caso che io resti qui, sia nel caso che mi trasferisca a Napoli o addirittura a Roma. Perché in un mondo pieno di invidie, chiacchiere e malignità, poche persone hanno la fortuna di volersi bene come ci vogliamo bene noi, amica mia.

Tua amica per sempre,
Fabiana