Il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Coco Chanel

Il ricordo di un Mito

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    "Di Chanel ce n'è una sola", disse una volta di se stessa la stilista francese Gabrielle Bonheur Chanel, famosa come Coco Chanel in tutto il mondo, includendo pure che non ne sa niente di moda, e ancora a 50 anni dalla morte, avvenuta a Parigi il 10 gennaio del 1971. Chanel ebbe un'infanzia di miseria, di cui si vergognava, e da cui uscì frequentando nobili, facoltosi e artisti, che la introdussero alle élite sociali e intellettuali del suo tempo; passò da un amante all'altro (aristocratici inglesi, musicisti russi, designer); fu vicina ai servizi segreti nazisti durante la seconda guerra mondiale; fu accusata di essere tirannica, avida, omofoba e antisemita, ma fu raccontata anche come generosa, leale e brillante. Tra tutto questo viene e verrà ricordata per aver rivoluzionato-lei che non sapeva disegnare bozzetti e odiava cucire-la moda femminile e per aver contribuito a liberare il corpo delle donne, spingendole ad abbandonare crinoline, corsetti, fronzoli, piumaggi e tinte pastello in favore di abiti comodi e pragmatici, in bianco e nero: giacche, gonne corte, pantaloni comodi, sobri abitini neri e cappellini, da accompagnare a capelli corti, tacchi bassi, giri di perle-finte e per tutte-e borsette da portare a tracolla, con le mani libere. Tra le tante cose che ha fatto, nella sua vita sicuramente straordinaria, queste sono solo alcune delle più importanti.
     
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