articoli mandati al giornale della mia scuola

Qualche parola sulle migliori amiche

La migliore amica è quella che conosci da una vita, quella con cui esci il sabato sera e che ha la precedenza come confidente. Le hai raccontato del tuo primo bacio se lo hai già avuto o le descrivi come vuoi che sia se ancora non l’hai dato, le hai parlato migliaia di volte del tipo che ti piace e che (per fortuna!) lei reputa un cesso tremendo.
Vi incontrate la mattina alle otto meno venti alla fermata del tram o del metrò se frequentate la stessa scuola, oppure una volta ti viene a prendere alla fine delle lezioni e la volta dopo vai tu da lei.
La migliore amica è quella che canta con te la tua canzone preferita a squarciagola quando siete a casa, quella che ti fa vedere dalla prima all’ultima tutte le puntate di Prison Break (o di O.C. o di qualsiasi altro telefilm) solo per farti notare quanto è bello per lei Wentworth Miller (o Ben McKenzie o il protagonista figo di turno), quella che a furia di farti sentire la canzone che ha appena scaricato te la fa entrare in testa e va a finire che te la scarichi anche tu.
La migliore amica è quella che ti lascia le dediche più assurde sul diario, quella che ha il cellulare uguale al tuo, quella che conosce il tuo codice di sblocco per i messaggi (questo vale solo per chi ha un cellulare Motorola, ma va bene anche se sa il tuo codice PIN), quella che ha una cotta impossibile per un ragazzo alternativo che più alternativo non si può (oppure un emo o uno zarro o un hip-hop, dipende da qual è la categoria più sfigata nella sua scuola).
La migliore amica è quella che risponde al posto tuo su MSN con messaggi scemi, quella che conclude qualsiasi messaggio che ti invia con TV1KDBXSNDMEPM ecc., quella che ha le paranoie più strane e ti chiede se è grassa, se è truccata male, se ha una faccia cadaverica, quella che ti dice sempre “ma ripigliati”,quella che ti chiede mille volte di favvare le sue foto su duepuntozero (o flickr o come alternativa di lasciare qualche commento sul suo blog) e tu mille volte esegui con la pazienza di una santa.
La migliore amica è al primo posto: dopo di lei ci sono tutti gli altri, perché anche se hai un ragazzo vale la regola che l’amore non è eterno mentre l’amicizia sì.

L’ERRORE

Errore.
Allontanamento dal vero, dal giusto.
Ciò che hai commesso, grave o non grave che sia, ti lascia un gran peso nell’anima.
La cazzata l’hai fatta, ormai. Niente da fare, non puoi ricominciare da capo, rifare tutto. Hai sbagliato e basta. E questo ti fa sentire davvero male, ci pensi mille e mille volte, ma come hai potuto sbagliare in questo modo?
Non si può recuperare, non si può cercare di rimarginare tutto. I sensi di colpa ti divorano, vorresti poter cambiare le cose, spiegare le ragioni per cui hai agito così, gridare al mondo che ti dispiace, che ti sei pentito. Ma quel segno rosso calcato sul foglio della tua mente è indelebile. E’ un avviso sul PC che non riesci a togliere e che ti compare ogni minuto.
Cerchi una soluzione per salvare la situazione, ma tutte le tue idee ti appaiono stupide, impossibili, improbabili. Ma il danno è fatto, è inutile piangere sul latte versato. Eppure ci pensi ogni secondo, ti dispiace, ma perché non riesci a dirlo alla persona giusta?
Vorresti scusarti, ma forse non basterà. Ti senti chiuso in gabbia, non sai che fare, ogni tentativo ti sembra inutile.
E allora inizi a pensare, perché ti sei comportato così? Per quale diavolo di motivo hai fatto la scelta peggiore? Perché hai intrapreso quella strada? Inizi a sentirti un verme, uno scemo, un cretino. I sensi di colpa ti divorano pian piano, inesorabilmente.
Il pessimismo ti travolge: non ti vorrà ascoltare, non vorrà capire, non gli importerà niente delle tue ragioni, se ne farà un baffo delle tue scuse. E ti insulterà con tutti gli epiteti possibili e immaginabili, e saprai che alla fine te lo meriti. L’hai deluso, l’hai illuso, l’hai tradito.
E piangi. Piangi per il rimorso, piangi perché ormai puoi solo subire gli eventi. Non puoi più tornare indietro, non ti aspetti più niente.
Ma alla fine, c’è scritto anche sul tuo libro di filosofia, ognuno fa ciò che per lui è bene. L’ha detto Socrate, nessuno pecca volontariamente. Chi fa il male, è perché non conosce il bene. E infatti tu non avresti mai pensato che sarebbe andata a finire così, pensavi fosse una cosetta da nulla, non ci avrebbe badato. E invece con quella cosetta da nulla l’hai ferito. Tutto è degenerato e adesso l’hai offeso.
Sempre Socrate riteneva che è meglio subire il male che commetterlo. Anche qui ha ragione. Chi l’avrebbe mai detto che questo fatto ti avrebbe portato così tanto dolore? Tutta colpa del rimorso.
Ma alla fine errare è umano. E vedrai, prima o poi capirà.