articoli mandati al giornale della mia scuola

In contrapposizione all'articolo dello scorso numero (un po' triste, lo so) ecco a voi:

LA FELICITA', QUESTA PERLA RARA

Per noi adolescenti alle prese col mondo è un'impresa raggiungerla.
Sembra un paradosso, ma alla fine basta poco: qualcuno che ti faccia compagnia, un amico, un incontro, una storia, un successo o semplicemente una bella giornata.
Svegliarsi la mattina e rendersi conto che non c'è nulla di cui preoccuparsi fa la differenza, lo stress non esiste più. Vedere che tutto va bene ti rilassa.
I tuoi ti vedono diverso dal solito e non hanno la minima idea di che cosa ti stia succedendo, del resto non lo sai nemmeno tu. Sei di buonumore e basta, ma non capisci perchè.
Sei a scuola, spieghi il tuo stato d'animo a chi ti conosce bene. Qualcuno pensa che ti fai qualche cannetta di troppo (anche se non ne hai vista una nemmeno in fotografia), ma tu sai che è tutta farina del tuo sacco. Però gli amici non ti capiscono, sbuffano e alzano gli occhi al cielo, dicono che vivi sulle nuvole, che basta che un nulla vada storto e torni alla dura realtà.
A te non importa, basta godersi il momento, quando e se capiterà, ci penserai a tempo debito. Il resto può aspettare.
E' da anni che non ti senti così, che ti è successo? Gli altri avranno pure ragione, e allora? Proprio perchè la felicità è effimera devi apprezzarne ogni singolo secondo. E se si presenta qualche guaio all'orizzonte, basta prenderla con ottimismo: tutto si può sistemare.
Ti chiedi quali siano le cause di questa euforia, ma non sai risponderti. Ci pensi e ci ripensi, ma niente. Sarà che gli ormoni ti han giocato un brutto scherzo. Ma non ne sei totalmente convinto, la soluzione è dentro di te, solo che non riesci a trovarla.
Telefoni al tuo migliore amico, abile maieutico, per chiedergli consiglio: sembra abbia capito qualcosa dai tuoi discorsi (almeno lui non sbuffa), però vuole che tu ci arrivi da solo, prima o poi lo capirai da te. Se non ti conosce lui...
E appena riattacchi, tutto perplesso e dubbioso, arriva un'altra telefonata. Rispondi. Hai un flash. Ci arrivi, finalmente. E' la voce di qualcuno che ti sta davvero a cuore. Qualcuno di cui ti sei innamorato.

“TRUFFATI.”

Bugiardi, tutti bugiardi. Raccontano il falso, si arrampicano sugli specchi quando vengono sgamati.
Parliamo di loro, che hanno l’hobby di mentire per i più svariati motivi, spesso futili. Cercherò di descriverli il più genericamente possibile, sperando che ogni riferimento sia puramente casuale.
Ma riprendiamo il discorso, illudono le persone, fanno in modo che la gente si fidi di loro, però si scopre troppo tardi la loro vera natura, quando ormai hanno compiuto il misfatto.
Accoltellano alle spalle gli altri con falsi atteggiamenti e false parole, sì, per loro la parola chiave è FALSITA', cercano di apparire come dei miti ma poi dietro non c’è nulla.
Approfittano della disponibilità degli altri, quelli che si fidano (troppo).
Passiamo proprio al loro ruolo, quello di chi ci rimane male e si sente “truffato”.
Quando l’inganno viene a galla, la rabbia è doppia: verso se stessi, perché ci si sente degli stupidi, e verso gli altri, che propongono “affari da furbi ai ciula”.
E questi bugiardi non si scusano mai, neanche quando vengono scoperti: sono mentitori di professione, devono essere coerenti con loro stessi.
Infine ci sono i neutrali, quelli che a danno fatto non sanno dire altro che “sono tutti cretini” e intanto pensano “ma come si può essere così scemi?”, questo finchè non hanno problemi all’orizzonte.
Così si scopre che siamo una massa di ipocriti e va a finire che non ci si fida più di nessuno.

Kappu

(Questo è quello che succede quando mi mettete davanti un bugiardo della peggiore specie…)

NOTA AGGIUNTIVA:
Per caso mi è capitato che in questi giorni nella mia classe abbiano spiegato il Carme 73 di Catullo, che trovate qui tradotto in italiano. Questa poesia rispecchia molto il mio modo di pensare, quindi mi è sembrato giusto aggiungerla a questo articolo per integrarlo:

Non credere piu' che l'affetto meriti qualcosa
o che qualcuno possa esserti fedele.
Tutto è ingratitudine. E' inutile far del bene,
anzi provoca amarezza, e piu' che amarezza danno:
come a me, perché nessuno mi perseguita di piu'
di chi fino a ieri mi considerava il suo solo e unico amico.

E' tutto finito.
Una bolla di sapone, puff.
E' tremendo svegliarsi tutti i giorni e tutti i giorni ripercorrere quei momenti così belli, le parole, i profumi.
Passare per caso in quei luoghi è rimpiangere il passato.
Vorrei tornare indietro a quel giorno di Gennaio.
Maledetto giorno di Gennaio.
Quella giornata per me sarà sempre indimenticabile.
Passare in rassegna i ricordi di quei giorni, e poi arrivare all'incubo. Scoprire che dietro non c'è assolutamente nulla, anzi, c'è il peggio.
Quell'orribile secondo in cui si è negato tutto, in cui si è persa ogni più vaga previsione sul futuro.
Quattro mesi dall'inizio di quel sogno che poi, come tutte le cose belle, è finito.
Rimangono solo quelle foto, quelle frasi, quelle date.
E tutti quei micro-ricordi. Schegge di quel periodo.
Continua a piovere, spero che rima o poi le gocce riusciranno a cancellare tutto. Pian piano, e magari fra qualche mese non ci sarà più niente, solo qualche alone di quello che c'era prima.