Parlando al mio passato

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Helena_Can't_Remember
     
    .

    User deleted


    Torno indietro di sedici anni,
    in un piccolo paesino degli Stati Uniti.
    E' nata una bambina, si chiama Elena,
    è nata con del ritardo ed ha tutta la pelle viola,
    ma non fatevi ingannare,
    è sana come un pesce.
    Le prendo la manina paffutta, e le dico
    "Non sai ancora cosa ti aspetta.
    Ma non sai neanche quanto io ti invidi per questo".
    Poi guarderò la sua gamba cicciottella e aggiungo
    "Quella gamba ti sarà intatta come adesso ancora per sedici anni.
    Goditela al meglio"
    Sorrido e vado.

    Ora Elena è già all'asilo,
    nel periodo forse più gioioso della sua vita.
    "Ti direi di goderti questo momento,
    ma so che lo stai già facendo"
    le riferisco un ultimo sguardo di invidia,
    come all'Elena piccolina,
    e me ne vado malinconica,
    sotto lo sfondo di una Rimini durante gli anni '90.

    Vado ancora un po' più avanti nel tempo,
    e scopro Elena lì, a Varese, con uno sguardo triste,
    lo stesso sguardo che la accompagnerà per sempre.
    E' una bambina strana:
    si morde le braccia facendosi male e disegna al buio.
    Talvolta è anche fastidiosa forse:
    fa troppe domande Elena,
    troppe domande su Adamo ed Eva,
    su Dio, sul mondo.
    Troppe per avere sei anni.
    Elena è all'inizio della tristezza che l'accompagnerà per tanti anni,
    ella sogna la morte.
    La prendo per le spalle "La vita è bella, Elena. Reagisci, non arrenderti così".
    Ma poi perchè le dico ciò, se so che tanto non mi ascolterà?

    Eccola ora Elena, ha dodici anni ed è a un funerale.
    Qualcosa le suggerisce che la sua vita non sarà mai più come prima,
    si attacca momentaneamente a Dio in modo forse esagerato,
    per poi abbandonarlo ed odiarlo un anno dopo.
    "Tra qualche anno sarà tutto finito" le suggerisco "Abbi solo pazienza".

    Eccola lì, Elena a quindici anni.
    Al di là della sua espressione perennemente infelice,
    sembra una normalissima ragazza.
    Ma Elena non lo è,
    Elena ricorda,
    Elena ripudia,
    Elena si fa del male.
    Mi vede e mi chiede se smetterà mai di ferirsi.
    Le dico che non lo so.
    La sua gamba è ancora intatta, non ho il coraggio di dirle che presto non lo sarà più.

    Ormai sto quasi raggiungendo il presente.
    Mi ritrovo davanti l'Elena di qualche mese fa.
    Veste di nero, piange in pubblico.
    Attacchi d'ansia le torturano la vita,
    la sua gamba ha già cominciato la mutazione,
    la scritta "vita" scintilla sulla pelle,
    in modo bruciante,
    in modo umiliante.
    Elena vuole smettere ma non ci riesce.
    Elena è scoppiata, è come se tutti gli anni di dolore abbiano cominciato a prendere il controllo su di lei.
    Vuole morire, vuole raggiungere Lorenzo, non ha il coraggio di sorridere e di andare avanti.
    Non ha il coraggio di alzarsi.
    La trovo lì davanti alla scrivania, con un sacchetto sulla testa, in realtà poco convinta di ciò che sta facendo.
    Davanti a lei un biglietto scritto in fretta spiega poche cose.
    Le tolgo il sacchetto.
    "Tu non vuoi che te lo dica" riferisco "Ma sei proprio stupida".
    "Chi sei?" mi chiede.
    "Sono il tuo futuro"
    "Sembri uguale a me"
    "Sono solo di pochi mesi più avanti".
    "Smetterò di farmi del male?"
    "Ancora non hai smesso, ma credimi, ti impegnerai più di quanto stai facendo adesso, e credimi, ne uscirai"
    "Sarò felice?"
    "Sì, Elena, credimi, sì. E avrai il coraggio di alzarti. E avrai il coraggio di vedere la vita sotto una vita diversa."
    "La mia vita è uno schifo"
    "No."
    "Sì."
    "No, Elena, sei tu che ti impegni perchè essa faccia schifo. Ti concentri solo sugli episodi che ti hanno fatto soffrire, se per una volta provassi a guardare quei momenti in cui sei stata felice, scopriresti che è molto bella."
    "Non ci sono cose che mi hanno reso felice."
    "E qui ti sbagli. Pensa all'asilo quando eri piccola, come eri contenta"
    "Non lo sono più stata."
    "Lo sarai tra qualche mese, e comunque non lamentarti, anche quel periodo poteva essere un inferno, e hai avuto la fortuna del fatto che ciò non sia successo.Pensa che hai una mamma che ti vuole bene"
    "Ci litigo sempre"
    "Perchè non la sai apprezzare, ecco perchè. E ci sono tante altre cose che ti hanno reso e che ti rendono felice, devi solo ammetterlo. Ti sei sempre arresa. Non hai mai avuto il coraggio di alzarti, sei sempre vissuta nel vittimismo, per questo odio ciò che sei diventata. Ma credimi, aspetta qualche mese, e uscirai da tutto ciò. Non bisogna mai arrendersi".
     
    Top
    .
  2. Piccola_Diavoletta
     
    .

    User deleted


    è difficile dare un commento a una poesia del genere. Insomma racconta la vita di una persona. Però devo dire che mi ha emozionata molto, anche spaventata.
    SPOILER (click to view)
    Posso sapere cos'è successo alla tua gamba?
     
    Top
    .
  3. Helena_Can't_Remember
     
    .

    User deleted


    Oh, la mia gamba tutto sommato sta benone, non preoccuparti ^^ E' solo un po' "rovinata" :)
     
    Top
    .
2 replies since 29/6/2008, 19:16   133 views
  Share  
.