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Leggendo qua e là sul forum mi è venuto in mente quando ai miei tempi da appena adolescente con cugina e cugino facemmo il gioco del dottore in vacanza. Anche a voi è capitato? Lo chiedo sia alle donne della mia età sia alle adolescenti del forum..usa ancora oggi? . -
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Credo che ci abbiamo giocato un po tutte! . -
Hana-Chan Lovu.
User deleted
No noi giocavamo a un gioco ancora più bello! Praticamente tipo tu ti mettevi una carta sulla fronte con raffigurato un oggetto,un cibo,un animale e i partecipanti ti suggerivano cosa poteva essere ( anche se i miei compagni erano stronzi e mi suggerivano pochissimo -.-) anche se fortunatamente sono sempre riuscita ad indovinare dato che ho una buona conoscenza su quasi tutto!! . -
.No noi giocavamo a un gioco ancora più bello! Praticamente tipo tu ti mettevi una carta sulla fronte con raffigurato un oggetto,un cibo,un animale e i partecipanti ti suggerivano cosa poteva essere ( anche se i miei compagni erano stronzi e mi suggerivano pochissimo -.-) anche se fortunatamente sono sempre riuscita ad indovinare dato che ho una buona conoscenza su quasi tutto!!
E chi perdeva pagava penitenza?. -
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Io ho una storia che mi ha raccontato una mia amica quando eravamo in terza media (ora, come me ha 19 anni).
I suoi genitori erano sempre in contatto con i suoi zii (sorella della madre di lei) e loro avevano un figlio, di due anni più grande di questa mia amica, che si chiama Gaia.
L’estate precedente decidono tutti insieme di fare una vacanza in Puglia e affittarono un piccolo appartamento in campagna con una cucina, due bagni, due camere matrimoniali e una camera con due lettini. All’epoca Gaia aveva 13 anni mentre il cugino 15. Loro due erano familiari e passavano spesso il tempo insieme, soprattutto da bambini erano migliori amici, ma da un po’ di tempo, da quando avevano fatto gruppi di amici diversi si frequentavano davvero poco.
Una sera i genitori di entrambi decisero di andare a cenare e fare una passeggiata in centro mentre Gaia e lui ) rimasero a casa perché erano stanchi dopo il mare.
Così si trovarono dopo tanto tempo da soli senza sapere bene che fare per passare il tempo e iniziarono a ricordare i vecchi tempi e i giochi che facevano da piccoli. Un due tre stella, nascondino, acchiapparella e il fatidico gioco del dottore.
Gaia e A erano entrambi imbarazzati un po’ dalla conversazione ma comunque curiosi e pieni di domande sul come e cosa delle rispettive visite mediche fatte negli anni. A non aveva mai sentito come si svolgevano le visite alle ragazze e stessa cosa Gaia non sapeva come si svolgevano per i ragazzi. Dopo qualche dettaglio sulle rispettive visite A propone di giocare di nuovo al dottore, imitando i gesti e le movenze che i medici facevano ai rispettivi ragazzi. Gaia era titubante e frenata ma allo stesso tempo desiderava quel tipo di intimità nuova o comunque ritrovata e, come lei anche A era eccitato all’idEa.
Così dopo qualche “ma” o “forse” di lei decisero di giocare. Come mi ha raccontato Gaia, non c’era una perversione o un’eccitazione adulta da parte di entrambi, era più ingenua e pulita. Ma c’era.
Così, per superare l’imbarazzo decise di iniziare per primo A a fare il paziente e quindi andarono in camera loro e A si sedette sul letto. (Si accordarono che Gaia avrebbe visitato A con le informazioni che lui le aveva dato sulle visite ai ragazzi ma avrebbe fatto anche di creatività sua e stessa cosa per Gaia: A avrebbe seguito ciò che aveva sentito dai suoi racconti ma avrebbe anche fatto di testa sua). L’unica regola era di non fare male con oggetti che avrebbero simulato gli strumenti reali e che A non avrebbe dovuto spingere un dito in profondità della vagina di aGaia.
Gaia chiese così di spogliarsi e rimanere solo con i boxer e di stendersi sul letto. Lei inizio con ascoltare il cuore prima con orecchio sul petto e poi solo posando un posacenere di metallo sul petto di A (per simulare il freddo dello stetoscopio). Dopo di che gli fece aprire la bocca e gli controllò la gola con un cucchiaino sulla lingua. Ad un certo punto gli chiese di tirarsi giù i pantaloni e lei prima gli osservò un po’ stupita il pene (Gaia ovviamente sapeva come era fatto ma non l’aveva mai visto da vicino e sviluppato), poi gli ci poggiò soprala mano e glielo accarezzò con il dito, spingendo leggermente non sapendo che fare. A così gli disse di prenderlo in mano e di scappucciarlo lentamente e di tastargli piano i testicoli. Lei lo fece e poi gli osservò bene il buchino da dove esce la pipi toccandoglielo. A si stava indurendo e Gaia mi ha detto che gli si è alzato quando l’ha preso in pugno accarezzandoglielo (lei non sapeva come funzionasse la masturbazione né maschile che femminile). Poi fece girare A e allaragndogli le natiche gli infilò una penna di quelle gialle e nere sottili nel buchino dietro. Lui si irrigidì e disse che ora toccava a lui così sì alzò e si rivestì e fece spogliare Gaia con solo le mutandine addosso. Lei indugiò sul tenere il reggiseno dicendo che non sempre le venivano palpati i seni ma lui le disse che voleva essere completo. Così si spogliò e si stese sul letto. A non esitò a iniziare poggiandole il posacenere prima direttamente sotto la piega di seno (aveva una seconda tendente alla terza ai tempi) e al freddo si scosse per un brivido. Poi glielo appoggio direttamente sull’areola e dopo qualche secondo iniziò a tastare il seno libero strizzandoglielo senza esagerare e passandogli il pollice sul capezzolo, facendoglieli irrigidire. Poi posò il posacenere e si avvicinò ad osservarle i seni e palpandoglielo o spostandoglieli di tanto in tanto. Lei respirava pesantemente e si stava vergognando molto ma mi ha detto che era piacevole quel tipo di attenzione quindi lo lasciò continuare.
A si spostò poi sulla pancia di Gaia, tastandogliela e facendo scorrere le dita da sotto il seno fino al ventre. Poi, senza chiedere o avvertirla le tirò giù le mutandine togliendogliele e osservandole la fessura chiusa tra le gambe strettissime tra di loro per l’imbarazzo. A chiese a Gaia se per favore poteva aprire le gambe come faceva dal dottore e lei le mise con le ginocchia aperte poggiate sul lenzuolo e con le piante dei piedi a toccarsi (a ranocchio).
Gaia mi disse che erano entrambi nervosissimi ed eccitatissimi e che A era un po’ incerto nei movimenti ma poi le aprì le labbra e le guardò dentro toccandole i rilievi. Poi la fece girare e le infilò una matita nel buchino del sedere. Lei però gli disse che le dava fastidio e di fare altro.
Quindi A la fece di nuovo girare e allargare le gambe chiedendole se poteva visitarla meglio alla patata e imitare una cosa bella che aveva visto su internet. Gaia era preoccupata che le facesse male ma A le confermò che era solo una cosa che fanno i grandi quando vogliono stare bene. Lei si convinse e annuì e lui le divaricò le labbra di nuovo e le tocco il buchino della vagina entrando un po’ con il pollice e poi l’indice. Poi le appoggiò il pollice sul bottoncino un po’ più in alto e lo iniziò ad accarezzare con le dita bagnate (lei si era bagnata durante la visita). Gaia si paralizzò un attimo quando sentì la bella ma sconosciuta sensazione e lo fermò allarmata ma lui le spiegò che non c’era nulla di male e che sarebbe piaciuto ad entrambi. Così continuò a ruotare il pollice sul clitoride fino a che Gaia non venne, con il respiro corto, affannato ma soddisfatto. Le piacque tantissimo quella sensazione che in quella vacanza si lasciò accarezzare da A quasi ogni notte. In cambio doveva far scorrere la mano suo pene di A. Fu così che Gaia scoprì i piaceri più maturi mischiati però alla curiosità di una bambina. -
.Io ho una storia che mi ha raccontato una mia amica quando eravamo in terza media (ora, come me ha 19 anni).
I suoi genitori erano sempre in contatto con i suoi zii (sorella della madre di lei) e loro avevano un figlio, di due anni più grande di questa mia amica, che si chiama Gaia.
L’estate precedente decidono tutti insieme di fare una vacanza in Puglia e affittarono un piccolo appartamento in campagna con una cucina, due bagni, due camere matrimoniali e una camera con due lettini. All’epoca Gaia aveva 13 anni mentre il cugino 15. Loro due erano familiari e passavano spesso il tempo insieme, soprattutto da bambini erano migliori amici, ma da un po’ di tempo, da quando avevano fatto gruppi di amici diversi si frequentavano davvero poco.
Una sera i genitori di entrambi decisero di andare a cenare e fare una passeggiata in centro mentre Gaia e lui ) rimasero a casa perché erano stanchi dopo il mare.
Così si trovarono dopo tanto tempo da soli senza sapere bene che fare per passare il tempo e iniziarono a ricordare i vecchi tempi e i giochi che facevano da piccoli. Un due tre stella, nascondino, acchiapparella e il fatidico gioco del dottore.
Gaia e A erano entrambi imbarazzati un po’ dalla conversazione ma comunque curiosi e pieni di domande sul come e cosa delle rispettive visite mediche fatte negli anni. A non aveva mai sentito come si svolgevano le visite alle ragazze e stessa cosa Gaia non sapeva come si svolgevano per i ragazzi. Dopo qualche dettaglio sulle rispettive visite A propone di giocare di nuovo al dottore, imitando i gesti e le movenze che i medici facevano ai rispettivi ragazzi. Gaia era titubante e frenata ma allo stesso tempo desiderava quel tipo di intimità nuova o comunque ritrovata e, come lei anche A era eccitato all’idEa.
Così dopo qualche “ma” o “forse” di lei decisero di giocare. Come mi ha raccontato Gaia, non c’era una perversione o un’eccitazione adulta da parte di entrambi, era più ingenua e pulita. Ma c’era.
Così, per superare l’imbarazzo decise di iniziare per primo A a fare il paziente e quindi andarono in camera loro e A si sedette sul letto. (Si accordarono che Gaia avrebbe visitato A con le informazioni che lui le aveva dato sulle visite ai ragazzi ma avrebbe fatto anche di creatività sua e stessa cosa per Gaia: A avrebbe seguito ciò che aveva sentito dai suoi racconti ma avrebbe anche fatto di testa sua). L’unica regola era di non fare male con oggetti che avrebbero simulato gli strumenti reali e che A non avrebbe dovuto spingere un dito in profondità della vagina di aGaia.
Gaia chiese così di spogliarsi e rimanere solo con i boxer e di stendersi sul letto. Lei inizio con ascoltare il cuore prima con orecchio sul petto e poi solo posando un posacenere di metallo sul petto di A (per simulare il freddo dello stetoscopio). Dopo di che gli fece aprire la bocca e gli controllò la gola con un cucchiaino sulla lingua. Ad un certo punto gli chiese di tirarsi giù i pantaloni e lei prima gli osservò un po’ stupita il pene (Gaia ovviamente sapeva come era fatto ma non l’aveva mai visto da vicino e sviluppato), poi gli ci poggiò soprala mano e glielo accarezzò con il dito, spingendo leggermente non sapendo che fare. A così gli disse di prenderlo in mano e di scappucciarlo lentamente e di tastargli piano i testicoli. Lei lo fece e poi gli osservò bene il buchino da dove esce la pipi toccandoglielo. A si stava indurendo e Gaia mi ha detto che gli si è alzato quando l’ha preso in pugno accarezzandoglielo (lei non sapeva come funzionasse la masturbazione né maschile che femminile). Poi fece girare A e allaragndogli le natiche gli infilò una penna di quelle gialle e nere sottili nel buchino dietro. Lui si irrigidì e disse che ora toccava a lui così sì alzò e si rivestì e fece spogliare Gaia con solo le mutandine addosso. Lei indugiò sul tenere il reggiseno dicendo che non sempre le venivano palpati i seni ma lui le disse che voleva essere completo. Così si spogliò e si stese sul letto. A non esitò a iniziare poggiandole il posacenere prima direttamente sotto la piega di seno (aveva una seconda tendente alla terza ai tempi) e al freddo si scosse per un brivido. Poi glielo appoggio direttamente sull’areola e dopo qualche secondo iniziò a tastare il seno libero strizzandoglielo senza esagerare e passandogli il pollice sul capezzolo, facendoglieli irrigidire. Poi posò il posacenere e si avvicinò ad osservarle i seni e palpandoglielo o spostandoglieli di tanto in tanto. Lei respirava pesantemente e si stava vergognando molto ma mi ha detto che era piacevole quel tipo di attenzione quindi lo lasciò continuare.
A si spostò poi sulla pancia di Gaia, tastandogliela e facendo scorrere le dita da sotto il seno fino al ventre. Poi, senza chiedere o avvertirla le tirò giù le mutandine togliendogliele e osservandole la fessura chiusa tra le gambe strettissime tra di loro per l’imbarazzo. A chiese a Gaia se per favore poteva aprire le gambe come faceva dal dottore e lei le mise con le ginocchia aperte poggiate sul lenzuolo e con le piante dei piedi a toccarsi (a ranocchio).
Gaia mi disse che erano entrambi nervosissimi ed eccitatissimi e che A era un po’ incerto nei movimenti ma poi le aprì le labbra e le guardò dentro toccandole i rilievi. Poi la fece girare e le infilò una matita nel buchino del sedere. Lei però gli disse che le dava fastidio e di fare altro.
Quindi A la fece di nuovo girare e allargare le gambe chiedendole se poteva visitarla meglio alla patata e imitare una cosa bella che aveva visto su internet. Gaia era preoccupata che le facesse male ma A le confermò che era solo una cosa che fanno i grandi quando vogliono stare bene. Lei si convinse e annuì e lui le divaricò le labbra di nuovo e le tocco il buchino della vagina entrando un po’ con il pollice e poi l’indice. Poi le appoggiò il pollice sul bottoncino un po’ più in alto e lo iniziò ad accarezzare con le dita bagnate (lei si era bagnata durante la visita). Gaia si paralizzò un attimo quando sentì la bella ma sconosciuta sensazione e lo fermò allarmata ma lui le spiegò che non c’era nulla di male e che sarebbe piaciuto ad entrambi. Così continuò a ruotare il pollice sul clitoride fino a che Gaia non venne, con il respiro corto, affannato ma soddisfatto. Le piacque tantissimo quella sensazione che in quella vacanza si lasciò accarezzare da A quasi ogni notte. In cambio doveva far scorrere la mano suo pene di A. Fu così che Gaia scoprì i piaceri più maturi mischiati però alla curiosità di una bambina
Bella vacanza quella di Gaia. Anche a me è capitato con cugino e cugina, nella prima vacanza che passammo assieme da mia nonna in campagna io avevo 13 anni, mia cugina 14 e l'altro cugino 17. Le vacanze in campagna sono noiose e così abbiamo stuzzicato la fantasia (anzi loro hanno stuzzicato, io ero la più piccola e ho dovuto accettare per non fare la figura della "bambina")... -
.Io ho una storia che mi ha raccontato una mia amica quando eravamo in terza media (ora, come me ha 19 anni).
I suoi genitori erano sempre in contatto con i suoi zii (sorella della madre di lei) e loro avevano un figlio, di due anni più grande di questa mia amica, che si chiama Gaia.
L’estate precedente decidono tutti insieme di fare una vacanza in Puglia e affittarono un piccolo appartamento in campagna con una cucina, due bagni, due camere matrimoniali e una camera con due lettini. All’epoca Gaia aveva 13 anni mentre il cugino 15. Loro due erano familiari e passavano spesso il tempo insieme, soprattutto da bambini erano migliori amici, ma da un po’ di tempo, da quando avevano fatto gruppi di amici diversi si frequentavano davvero poco.
Una sera i genitori di entrambi decisero di andare a cenare e fare una passeggiata in centro mentre Gaia e lui ) rimasero a casa perché erano stanchi dopo il mare.
Così si trovarono dopo tanto tempo da soli senza sapere bene che fare per passare il tempo e iniziarono a ricordare i vecchi tempi e i giochi che facevano da piccoli. Un due tre stella, nascondino, acchiapparella e il fatidico gioco del dottore.
Gaia e A erano entrambi imbarazzati un po’ dalla conversazione ma comunque curiosi e pieni di domande sul come e cosa delle rispettive visite mediche fatte negli anni. A non aveva mai sentito come si svolgevano le visite alle ragazze e stessa cosa Gaia non sapeva come si svolgevano per i ragazzi. Dopo qualche dettaglio sulle rispettive visite A propone di giocare di nuovo al dottore, imitando i gesti e le movenze che i medici facevano ai rispettivi ragazzi. Gaia era titubante e frenata ma allo stesso tempo desiderava quel tipo di intimità nuova o comunque ritrovata e, come lei anche A era eccitato all’idEa.
Così dopo qualche “ma” o “forse” di lei decisero di giocare. Come mi ha raccontato Gaia, non c’era una perversione o un’eccitazione adulta da parte di entrambi, era più ingenua e pulita. Ma c’era.
Così, per superare l’imbarazzo decise di iniziare per primo A a fare il paziente e quindi andarono in camera loro e A si sedette sul letto. (Si accordarono che Gaia avrebbe visitato A con le informazioni che lui le aveva dato sulle visite ai ragazzi ma avrebbe fatto anche di creatività sua e stessa cosa per Gaia: A avrebbe seguito ciò che aveva sentito dai suoi racconti ma avrebbe anche fatto di testa sua). L’unica regola era di non fare male con oggetti che avrebbero simulato gli strumenti reali e che A non avrebbe dovuto spingere un dito in profondità della vagina di aGaia.
Gaia chiese così di spogliarsi e rimanere solo con i boxer e di stendersi sul letto. Lei inizio con ascoltare il cuore prima con orecchio sul petto e poi solo posando un posacenere di metallo sul petto di A (per simulare il freddo dello stetoscopio). Dopo di che gli fece aprire la bocca e gli controllò la gola con un cucchiaino sulla lingua. Ad un certo punto gli chiese di tirarsi giù i pantaloni e lei prima gli osservò un po’ stupita il pene (Gaia ovviamente sapeva come era fatto ma non l’aveva mai visto da vicino e sviluppato), poi gli ci poggiò soprala mano e glielo accarezzò con il dito, spingendo leggermente non sapendo che fare. A così gli disse di prenderlo in mano e di scappucciarlo lentamente e di tastargli piano i testicoli. Lei lo fece e poi gli osservò bene il buchino da dove esce la pipi toccandoglielo. A si stava indurendo e Gaia mi ha detto che gli si è alzato quando l’ha preso in pugno accarezzandoglielo (lei non sapeva come funzionasse la masturbazione né maschile che femminile). Poi fece girare A e allaragndogli le natiche gli infilò una penna di quelle gialle e nere sottili nel buchino dietro. Lui si irrigidì e disse che ora toccava a lui così sì alzò e si rivestì e fece spogliare Gaia con solo le mutandine addosso. Lei indugiò sul tenere il reggiseno dicendo che non sempre le venivano palpati i seni ma lui le disse che voleva essere completo. Così si spogliò e si stese sul letto. A non esitò a iniziare poggiandole il posacenere prima direttamente sotto la piega di seno (aveva una seconda tendente alla terza ai tempi) e al freddo si scosse per un brivido. Poi glielo appoggio direttamente sull’areola e dopo qualche secondo iniziò a tastare il seno libero strizzandoglielo senza esagerare e passandogli il pollice sul capezzolo, facendoglieli irrigidire. Poi posò il posacenere e si avvicinò ad osservarle i seni e palpandoglielo o spostandoglieli di tanto in tanto. Lei respirava pesantemente e si stava vergognando molto ma mi ha detto che era piacevole quel tipo di attenzione quindi lo lasciò continuare.
A si spostò poi sulla pancia di Gaia, tastandogliela e facendo scorrere le dita da sotto il seno fino al ventre. Poi, senza chiedere o avvertirla le tirò giù le mutandine togliendogliele e osservandole la fessura chiusa tra le gambe strettissime tra di loro per l’imbarazzo. A chiese a Gaia se per favore poteva aprire le gambe come faceva dal dottore e lei le mise con le ginocchia aperte poggiate sul lenzuolo e con le piante dei piedi a toccarsi (a ranocchio).
Gaia mi disse che erano entrambi nervosissimi ed eccitatissimi e che A era un po’ incerto nei movimenti ma poi le aprì le labbra e le guardò dentro toccandole i rilievi. Poi la fece girare e le infilò una matita nel buchino del sedere. Lei però gli disse che le dava fastidio e di fare altro.
Quindi A la fece di nuovo girare e allargare le gambe chiedendole se poteva visitarla meglio alla patata e imitare una cosa bella che aveva visto su internet. Gaia era preoccupata che le facesse male ma A le confermò che era solo una cosa che fanno i grandi quando vogliono stare bene. Lei si convinse e annuì e lui le divaricò le labbra di nuovo e le tocco il buchino della vagina entrando un po’ con il pollice e poi l’indice. Poi le appoggiò il pollice sul bottoncino un po’ più in alto e lo iniziò ad accarezzare con le dita bagnate (lei si era bagnata durante la visita). Gaia si paralizzò un attimo quando sentì la bella ma sconosciuta sensazione e lo fermò allarmata ma lui le spiegò che non c’era nulla di male e che sarebbe piaciuto ad entrambi. Così continuò a ruotare il pollice sul clitoride fino a che Gaia non venne, con il respiro corto, affannato ma soddisfatto. Le piacque tantissimo quella sensazione che in quella vacanza si lasciò accarezzare da A quasi ogni notte. In cambio doveva far scorrere la mano suo pene di A. Fu così che Gaia scoprì i piaceri più maturi mischiati però alla curiosità di una bambina
Bella vacanza quella di Gaia. Anche a me è capitato con cugino e cugina, nella prima vacanza che passammo assieme da mia nonna in campagna io avevo 13 anni, mia cugina 14 e l'altro cugino 17. Le vacanze in campagna sono noiose e così abbiamo stuzzicato la fantasia (anzi loro hanno stuzzicato, io ero la più piccola e ho dovuto accettare per non fare la figura della "bambina")..
Se vuoi racconta, sarebbe davvero interessante!. -
.Bella vacanza quella di Gaia. Anche a me è capitato con cugino e cugina, nella prima vacanza che passammo assieme da mia nonna in campagna io avevo 13 anni, mia cugina 14 e l'altro cugino 17. Le vacanze in campagna sono noiose e così abbiamo stuzzicato la fantasia (anzi loro hanno stuzzicato, io ero la più piccola e ho dovuto accettare per non fare la figura della "bambina")..
Se vuoi racconta, sarebbe davvero interessante!
In quella vacanza come ti dicevo eravamo apputo da mia nonna in una grande casa di campagna in Piemonte. Una noia che non ti dico ma eravamo li perchè le nostre famiglie ci avevano spedite li come unico luogo di vacanza. Così non sapendo cosa fare nei pomeriggi caldissimi pensa e ripensa a mio cugino venne la bella idea di giocare al dottore..in realtà lui ci marciava su perchè sapeva che noi eravamo inesperte e facilmente manipolabili visto che lui aveva 17 anni io 13 e mia cugina 14. Comunque con abili parole riuscì a convincerci e dato che ero la piu piccola e che avevo accettato per ultima per non fare la figura della "bambina" toccava a me per prima fare la paziente. Mi facevano spogliare lasciando le mutandine e a turno mi auscultavano la schiena, mi guardavano gli occhi e la bocca e poi palpazione delle tettine e dei capezzoli, la pancia il tutto stando in piedi..poi mi facevano coricare sul letto e mi toglievano le mutandine..le prime volte ero mooolto imbarazzata..e procedevano a turno a toccarmi le piccole e grandi labbra e il clitoride mettendo la punta del dito dentro la vagina..poi mi facevano sollevare le gambe e esaminavano il buchetto introducendo un poco il dito..ovvio che facevano in modo che mi eccitassi un bel po..alla fine della mia visita toccava a mia cugina con lo stesso trattamento (e fu in quella occasione che per la prima volta ho sentito una vagina bagnata che non era la mia) e poi a mo cugino e per la prima volta in vita mia ho visto un pene duro e tutta quella roba biancastra che ne usciva. -
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certamente! Anche io in svariate occasioni..... . -
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A te come è capitato?. -
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In quella vacanza come ti dicevo eravamo apputo da mia nonna in una grande casa di campagna in Piemonte. Una noia che non ti dico ma eravamo li perchè le nostre famiglie ci avevano spedite li come unico luogo di vacanza. Così non sapendo cosa fare nei pomeriggi caldissimi pensa e ripensa a mio cugino venne la bella idea di giocare al dottore..in realtà lui ci marciava su perchè sapeva che noi eravamo inesperte e facilmente manipolabili visto che lui aveva 17 anni io 13 e mia cugina 14. Comunque con abili parole riuscì a convincerci e dato che ero la piu piccola e che avevo accettato per ultima per non fare la figura della "bambina" toccava a me per prima fare la paziente. Mi facevano spogliare lasciando le mutandine e a turno mi auscultavano la schiena, mi guardavano gli occhi e la bocca e poi palpazione delle tettine e dei capezzoli, la pancia il tutto stando in piedi..poi mi facevano coricare sul letto e mi toglievano le mutandine..le prime volte ero mooolto imbarazzata..e procedevano a turno a toccarmi le piccole e grandi labbra e il clitoride mettendo la punta del dito dentro la vagina..poi mi facevano sollevare le gambe e esaminavano il buchetto introducendo un poco il dito..ovvio che facevano in modo che mi eccitassi un bel po..alla fine della mia visita toccava a mia cugina con lo stesso trattamento (e fu in quella occasione che per la prima volta ho sentito una vagina bagnata che non era la mia) e poi a mo cugino e per la prima volta in vita mia ho visto un pene duro e tutta quella roba biancastra che ne usciva
Ma i tuoi cugini commentavano mentre ti visitavano? A te piaceva essere più il dottore o il paziente?
Se ti va racconta!
Se ti va racconta!. -
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In quella vacanza come ti dicevo eravamo apputo da mia nonna in una grande casa di campagna in Piemonte. Una noia che non ti dico ma eravamo li perchè le nostre famiglie ci avevano spedite li come unico luogo di vacanza. Così non sapendo cosa fare nei pomeriggi caldissimi pensa e ripensa a mio cugino venne la bella idea di giocare al dottore..in realtà lui ci marciava su perchè sapeva che noi eravamo inesperte e facilmente manipolabili visto che lui aveva 17 anni io 13 e mia cugina 14. Comunque con abili parole riuscì a convincerci e dato che ero la piu piccola e che avevo accettato per ultima per non fare la figura della "bambina" toccava a me per prima fare la paziente. Mi facevano spogliare lasciando le mutandine e a turno mi auscultavano la schiena, mi guardavano gli occhi e la bocca e poi palpazione delle tettine e dei capezzoli, la pancia il tutto stando in piedi..poi mi facevano coricare sul letto e mi toglievano le mutandine..le prime volte ero mooolto imbarazzata..e procedevano a turno a toccarmi le piccole e grandi labbra e il clitoride mettendo la punta del dito dentro la vagina..poi mi facevano sollevare le gambe e esaminavano il buchetto introducendo un poco il dito..ovvio che facevano in modo che mi eccitassi un bel po..alla fine della mia visita toccava a mia cugina con lo stesso trattamento (e fu in quella occasione che per la prima volta ho sentito una vagina bagnata che non era la mia) e poi a mo cugino e per la prima volta in vita mia ho visto un pene duro e tutta quella roba biancastra che ne usciva
Ma i tuoi cugini commentavano mentre ti visitavano? A te piaceva essere più il dottore o il paziente?
A me piaceva di più essere la paziente
Se ti va racconta!
Se ti va racconta!. -
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Anch'io ricordo che ci avevo giocato al gioco del dottore, con cugine e cugini😊😊😊 . -
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Superlucky77 puoi raccontarci le tue esperienze? Come giocavi al dottore con le tue cugine?
Prova a descriverlo. -
Eleonora01.
User deleted
Un po tutte e tutti lo abbiamo fatto almeno una volta .